Le patologie neurologiche sono responsabili del più alto tasso di disabilità e del secondo più alto tasso di mortalità a livello globale (Feigin et al., 2020). L’imaging medico nel campo della neurologia si basa principalmente su modalità che generano grandi quantità di dati complessi e comprende la risonanza magnetica (RM), la tomografia computerizzata (TC) e l'imaging nucleare. Una grande parte della ricerca sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale (IA) in radiologia è stata dedicata alle patologie neurologiche. Infatti, il 29-38% delle applicazioni basate sull’IA per la radiologia disponibili in commercio è destinato all’imaging cerebrale o della colonna vertebrale, una percentuale più elevata che per qualsiasi altra zona anatomica (AI Central).
La maggior parte di queste applicazioni ha la funzione di supportare il radiologo nell’interpretazione delle immagini, ad esempio rendendo questa attività più efficiente o ampliando le capacità del radiologo, ad esempio fornendo una quantificazione più dettagliata dei dati di neuroimaging (Olthof et al., 2020). In questa pubblicazione si descrivono le applicazioni di IA più comuni usate in neuroradiologia e se ne analizzano le evidenze.
Emorragia intracranica
L’emorragia intracranica (Acute Intracranial Hemorrhage, ICH) acuta colpisce circa 3,4 milioni di persone ogni anno in tutto il mondo (World Stroke Organization, 2022). L’ICH è associata a un’elevata morbilità e mortalità e spesso richiede un pronto intervento neurochirurgico o uno stretto follow-up clinico e di imaging (Broderick et al., 2007; van Asch et al., 2010). Individuare un’emorragia intracranica acuta è di fondamentale importanza soprattutto nei pazienti che presentano deficit neurologici acuti e sospetto di ictus, in quanto costituisce una controindicazione assoluta alla trombolisi endovenosa (Fugate & Rabinstein, 2015).
In situazioni di emergenza, i casi sospetti di ICH di solito vengono inizialmente studiati mediante TC dell'encefalo senza mezzo di contrasto, perché la TC è un esame ampiamente disponibile, rapido, altamente sensibile per l’ICH e che presenta relativamente poche controindicazioni (A. Jain et al., 2021). L’alternativa è la RM, che è più sensibile alle emorragie molto piccole e croniche ma è più lenta, meno facilmente disponibile, più costosa e controindicata in alcuni pazienti (Chalela et al., 2007).
In uno studio condotto per determinare i modelli di errore da parte degli specializzandi in radiologia nel rilevare l’ICH, i ricercatori hanno riscontrato discrepanze nel 4,6% degli esami notturni interpretati dagli specializzandi, e di questa percentuale il 13,6% era dovuto a emorragie non incluse o descritte in modo inaccurato nei referti degli specializzandi (Strub et al., 2007). L’ICH può essere classificata come emorragia intraparenchimale, emorragia subdurale, emorragia extradurale ed emorragia subaracnoidea. Di queste, le emorragie subdurali e subaracnoidee sono quelle che più spesso non vengono rilevate, soprattutto se sono molto piccole (Strub et al., 2007).
Inoltre, nei referti degli specializzandi in radiologia vengono spesso scambiati per emorragia intracranica alcuni aspetti della normale anatomia del cervello e gli artefatti delle immagini (Erly et al., 2002).
La stragrande maggioranza delle applicazioni basate sull’IA per rilevare e classificare l’emorragia intracranica utilizzano la TC senza mezzo di contrasto come input e si basano sulle reti neurali convoluzionali (Convolutional Neural Networks, CNN). Con poche eccezioni (Bar et al., 2019; Wang et al., 2021; Ye et al., 2019), per la maggior parte delle applicazioni non sono facilmente disponibili descrizioni molto dettagliate dell'architettura di rete. La quantità e la qualità dei dati utilizzati per addestrare questi algoritmi varia ampiamente da centinaia (Bar et al., 2019; Heit et al., 2021) a migliaia (McLouth et al., 2021; Rava, Seymour, et al., 2021), a decine di migliaia (Chilamkurthy et al., 2018; Gibson et al., 2022; Ginat, 2021) di TC senza mezzo di contrasto.
Oltre alla classificazione della presenza o assenza di ICH, sono state utilizzate applicazioni con algoritmi basati sull'IA anche per classificare i sottotipi di ICH (Chilamkurthy et al., 2018; Gibson et al., 2022; Wang et al., 2021; Ye et al., 2019), per rilevare dati associati come l’effetto massa, lo spostamento della linea mediana e le fratture (Chilamkurthy et al., 2018) e per eseguire la segmentazione e la volumetria dell’emorragia (Bar et al., 2019; Gibson et al., 2022; Heit et al., 2021). Inoltre, un’applicazione basata sull'IA stima anche il grado di incertezza nella decisione dell’algoritmo, aiutando il radiologo a interpretarne l’output (Gibson et al., 2022).
Tra i sottotipi di ICH, le applicazioni basate sull'IA degli studi citati mostrano generalmente la massima sensibilità per l’emorragia intraventricolare (Chilamkurthy et al., 2018; Gibson et al., 2022; McLouth et al., 2021; Wang et al., 2021), molto probabilmente per via della grande differenza nella densità alla TC tra il liquido cerebrospinale e il sangue. Nel caso di tutte le applicazioni, la sensibilità è relativamente bassa per le emorragie subaracnoidee (Gibson et al., 2022; McLouth et al., 2021; Rava, Seymour, et al., 2021; Wang et al., 2021; Ye et al., 2019), probabilmente perché queste tendono ad essere piccole e/o adiacenti a strutture ossee o ad artefatti delle immagini TC iperdensi (ad esempio, nelle cisterne subaracnoidee). Altre applicazioni hanno mostrato anche una sensibilità relativamente bassa per l'emorragia subdurale, soprattutto quando si trova in posizioni meno comuni, come lungo la falce cerebrale (Chilamkurthy et al., 2018; Rao et al., 2021; Wang et al., 2021; Ye et al., 2019). La sensibilità tende ad essere inferiore anche per le emorragie più piccole, definite come <1,5 ml o <5 ml a seconda dello studio (Heit et al., 2021; McLouth et al., 2021; Rava, Seymour, et al., 2021). Solo in uno degli studi citati sono state studiate sistematicamente le differenze tra i marchi di macchinari e i parametri di scansione sulle prestazioni diagnostiche delle applicazioni basate sull'IA per il rilevamento dell'ICH (McLouth et al., 2021).
Alcuni studi hanno confrontato direttamente le prestazioni delle applicazioni basate sull'IA con quelle degli esperti. In uno studio su 160 TC senza mezzo di contrasto (49% con ICH) che ha utilizzato la valutazione di un consulente neuroradiologo come verità di base, una CNN U-Net ha mostrato sensibilità (91%) e specificità (89%) inferiori rispetto alle valutazioni di due specializzandi di neuroradiologia (sensibilità del 99-100% e specificità del 98%) (Schmitt et al., 2022). In un altro studio, le interpretazioni di un’applicazione basata sull’IA approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense e dotata di marchio CE sono state confrontate con le letture di un gruppo di tre neuroradiologi clinici che hanno definito la verità di base.
L'applicazione basata sull'IA ha dimostrato la stessa sensibilità di uno specializzando di neuroradiologia che ha completato il training di specializzazione (91,9%), anche se la specificità dell'applicazione era sostanzialmente inferiore (applicazione: 84,4%; specializzando: 99,6%) (Eldaya et al., 2022). Un’altra applicazione basata sull’IA ha mostrato una sensibilità più elevata e una specificità leggermente inferiore per l’ICH rispetto ai tirocinanti in radiologia (Ye et al., 2019). L'ispessimento durale, le calcificazioni durali e intraparenchimali e gli artefatti da movimento o da striature hanno maggiori probabilità di essere scambiati per ICH dalle applicazioni basate sull'IA (Bar et al., 2019; Eldaya et al., 2022; Rao et al., 2021).
Molti studi hanno analizzato l’accuratezza diagnostica delle applicazioni basate sull’IA per il rilevamento dell’ICH, anche se un altro potenziale vantaggio dello screening per l’ICH basato sull’IA è che gli esami possono essere letti più velocemente, il che può portare a una gestione più rapida dei pazienti. Sebbene un numero minore di studi abbia valutato l’impatto dello screening basato sull’IA sui tempi, alcuni studi hanno dimostrato tempi di lettura più rapidi. In uno studio su 620 TC senza mezzo di contrasto, il tempo trascorso dalla fine dell’esame alla compilazione del referto è stato di 73 minuti quando l’IA ha segnalato al lettore umano di aver trovato qualcosa, rispetto ai 132 minuti trascorsi in assenza di tale segnalazione (Wismüller & Stockmaster, 2020). In un altro studio, l’utilizzo dell’applicazione basata sull’IA è stato associato a degenze più brevi dei pazienti nel pronto soccorso (561 minuti vs. 781 minuti senza l’IA) (Chien et al., 2022).
Ictus ischemico acuto
Occlusione dei grandi vasi
Nei pazienti con ictus ischemico acuto, l’identificazione rapida delle occlusioni dei grandi vasi cerebrali è essenziale per un trattamento tempestivo. In generale, il termine “occlusione dei grandi vasi” (Large Vessel Occlusion, LVO) si riferisce all’occlusione di arterie sufficientemente grandi da permettere la trombectomia meccanica. Attualmente si definiscono tali l'arteria carotide interna (Internal Carotid Artery, ICA), le parti prossimali dell’arteria cerebrale media (M1 e M2), anteriore (A1) e posteriore (P1), nonché l'arteria basilare (Mokin et al., 2019 ; Pirson et al., 2022).
Le occlusioni dei grandi vasi vengono rilevate direttamente mediante angiografia a sottrazione digitale, angio-TAC o angio-RM, oppure indirettamente con tecniche non angiografiche. All’angiografia, le occlusioni vascolari appaiono come un’improvvisa interruzione o del riempimento di un’arteria da parte del mezzo di contrasto (nell’angiografia con mezzo di contrasto) o del segnale di flusso (nelle tecniche senza mezzo di contrasto, come l’angio-RM TOF [timeof- flight]). Esse possono verificarsi con o senza la presenza di un riempimento del contrasto o di segnale di flusso distale al sito di occlusione. I segni indiretti di LVO all’imaging nelle tecniche non angiografiche possono essere un vaso iperdenso alla TC senza mezzo di contrasto (che rappresenta il trombo occlusivo) (Gács et al., 1983) e un segno di suscettibilità alla formazione di trombi su immagini di RM pesate in T2* o per la suscettibilità (Flacke et al. , 2000).
La maggior parte delle soluzioni basate sull'IA per il rilevamento delle LVO utilizzano l’angio-TAC (Amukotuwa et al., 2019; Murray et al., 2020; Rava, Peterson, et al., 2021; Wardlaw et al., 2022; Yahav- Dovrat et al., 2021), mentre altre utilizzano la TC senza mezzo di contrasto (Lisowska et al., 2017; Olive- Gadea et al., 2020).
La maggior parte delle applicazioni è stata utilizzata soprattutto per il rilevamento delle LVO nelle arterie intracraniche della circolazione anteriore (Adhya et al., 2021; Amukotuwa et al., 2019; Dehkharghani et al., 2021; Rava, Peterson, et al., 2021), perché la trombectomia meccanica viene eseguita molto meno spesso nelle occlusioni dei vasi della circolazione posteriore (Adusumilli et al., 2022).
In una revisione delle evidenze relative alle applicazioni basate sull’IA per il rilevamento delle LVO, la sensibilità variava dall’80% al 96% e le specificità dal 90% al 98% (Wardlaw et al., 2022). I falsi positivi negli studi inclusi nella revisione delle evidenze erano per lo più dovuti a stenosi arteriosa, emorragia intracranica, tumori ipervascolari o occlusioni di vasi distali che non soddisfacevano i criteri di una LVO (Amukotuwa et al., 2019; Yahav-Dovrat et al., 2021). Purtroppo non sono disponibili dati pubblicati relativi alle prestazioni per una serie di soluzioni basate sull’IA con marchio CE, comprese alcune soluzioni specificamente studiate per il rilevamento delle LVO (van Leeuwen et al., 2021).
Al momento della stesura di questa pubblicazione, esiste un solo studio che ha analizzato il rapporto costo-efficacia degli strumenti basati sull’IA per il rilevamento delle LVO, la cui analisi ha dimostrato che, presupponendo che il 6% delle LVO non venga rilevato dai medici e che l'IA possa contribuire a dimezzare tale tasso, nel Regno Unito si potrebbe ottenere un risparmio di 11 milioni di dollari all’anno sui costi (van Leeuwen, Meijer, et al., 2021).
Poiché le LVO di solito vengono rilevate da parte dei radiologi e degli specializzandi in radiologia con le tecniche angiografiche (Duvekot et al., 2021), il principale vantaggio del rilevamento delle LVO con l’IA potrebbe essere la riduzione del tempo che trascorre fino all’inizio del trattamento grazie ad una valutazione più rapida. In alcune delle applicazioni attualmente disponibili ci vogliono da 1 a 3,5 minuti circa per elaborare i dati e prendere una decisione in merito alla presenza di una LVO (Amukotuwa et al., 2019; Dehkharghani et al., 2021; Olive-Gadea et al., 2020). Alcuni strumenti sono stati associati ad una riduzione di circa 22,5 minuti del tempo che trascorre dall’esecuzione dell’esame di imaging al trasferimento del paziente in un ospedale in grado di eseguire la trombectomia meccanica (Hassan et al., 2020), di circa 15 minuti del tempo che trascorre dall'arrivo del paziente in ospedale all’avviso dell’équipe neuro-endovascolare (Morey et al., 2021) e di circa 25 minuti del tempo che trascorre dall’imaging alla puntura inguinale per la trombectomia meccanica (Adhya et al., 2021).
Alterazioni ischemiche precoci del tessuto cerebrale
Alla TC, le prime alterazioni del tessuto cerebrale che si associano all'ischemia sono il gonfiore dei tessuti e la minore attenuazione dei tessuti dovuta all'edema ionico (Marks et al., 1999). Queste alterazioni sono incluse negli strumenti di valutazione visiva utilizzati dai radiologi, il più comune dei quali è l'Alberta Stroke Program Early CT Score (ASPECTS). Il punteggio ASPECTS può aiutare a prevedere sia gli esiti funzionali che lo sviluppo di emorragia intracranica sintomatica dopo la trombolisi endovenosa (Schröder & Thomalla, 2016). La maggior parte delle applicazioni basate sull'IA che mirano a rilevare le alterazioni ischemiche precoci alla TC senza mezzo di contrasto lo fanno fornendo una valutazione automatica del punteggio ASPECTS (Wardlaw et al., 2022). Altre applicazioni mirano a identificare le alterazioni ischemiche precoci mediante angio-TAC (Abdelkhaleq et al., 2021; Öman et al., 2019) o TC perfusionale (Hakim et al., 2021).
La maggior parte degli algoritmi basati sull’IA creati per identificare le alterazioni ischemiche precoci alla TC hanno utilizzato la valutazione visiva della TC senza mezzo di contrasto da parte di radiologi, neuroradiologi o altri medici come standard di riferimento (Goebel et al., 2018; Hoelter et al., 2020; Kniep et al., 2020; Maegerlein et al., 2019; Seker et al., 2019), mentre altri hanno utilizzato la RM pesata in diffusione (Abdelkhaleq et al., 2021; Herweh et al., 2016; H. Kuang et al., 2019; Qiu et al., 2020) o il core infartuale definito mediante TC perfusionale (Olive -Gadea et al., 2019). La maggior parte di queste applicazioni utilizzano algoritmi Random Forest (Guberina et al., 2018; Herweh et al., 2016; Kniep et al., 2020; H. Kuang et al., 2019; Maegerlein et al., 2019; Nagel et al., 2017; Olive-Gadea et al., 2019; Qiu et al., 2020) o reti neurali convoluzionali (Öman et al., 2019). Inoltre, molti studi si sono concentrati sull’identificazione automatica delle alterazioni ischemiche precoci alla RM pesata in diffusione (Boldsen et al., 2018; Mohd Saad et al., 2019; Nazari-Farsani et al., 2020; Siddique et al., 2022; Song, 2019; Wong et al., 2022), che è un metodo ad alta sensibilità ma non ampiamente disponibile in contesti acuti.
Come nelle applicazioni per le LVO, non sono disponibili dati pubblici sulle prestazioni di alcune soluzioni basate sull'IA con marchio CE per il rilevamento delle alterazioni ischemiche precoci (van Leeuwen et al., 2021). L'algoritmo per il quale sono disponibili più dati pubblicati è un approccio Random Forest alla valutazione del punteggio ASPECTS, che è risultato non inferiore ai neuroradiologi con una sensibilità del 44% e una specificità del 93% utilizzando la TC di follow-up come verità di base (Nagel et al. al., 2017). Un altro studio con lo stesso algoritmo e metodo di determinazione della verità di base ha mostrato come l'algoritmo avesse una sensibilità più elevata (83% vs. 73%), ma una specificità inferiore (57% vs. 84%) per il punteggio ASPECTS rispetto ai neuroradiologi (Guberina et al., 2018). In un terzo studio, questo algoritmo ha ottenuto risultati migliori nel punteggio ASPECTS rispetto ai neurologi e agli specializzandi in neurologia e ha ottenuto risultati simili rispetto ai neuroradiologi (Ferreti et al., 2020).
Nel complesso, pochi studi hanno confrontato direttamente diverse applicazioni basate sull’IA per il rilevamento delle alterazioni ischemiche precoci alla TC senza mezzo di contrasto (Goebel et al., 2018; Hoelter et al., 2020). Uno studio ha confrontato tre applicazioni disponibili in commercio (due basate sull’apprendimento automatico e una sulla densitometria) in 131 pazienti (Hoelter et al., 2020) e ha rilevato che le applicazioni basate sull’IA avevano un’area sotto la curva (Area Under Curve, AUC) compresa tra 0,73 e 0,76 rispetto al consenso di tre neuroradiologi.
La valutazione visiva delle alterazioni ischemiche precoci alla TC senza mezzo di contrasto è particolarmente difficile nella fossa cranica posteriore, dove si trovano spesso artefatti che ostacolano l'interpretabilità (Hwang et al., 2012). In una coorte di 69 pazienti con occlusioni dell'arteria basilare esaminati mediante TC senza mezzo di contrasto entro 6 ore dall'insorgenza dei sintomi, un algoritmo Random Forest ha identificato le alterazioni ischemiche precoci nella circolazione posteriore con un’AUC compresa tra 0,70 (nel cervelletto) e 0,82 (nel talamo) utilizzando come verità di base la TC senza mezzo di contrasto di follow-up (Kniep et al., 2020). Oltre alla posizione anatomica, ci sono anche vari altri fattori che influiscono sulla rilevabilità delle alterazioni ischemiche precoci alla TC senza mezzo di contrasto. Uno studio ha rilevato che l'accuratezza della valutazione ASPECTS differiva in base al tipo di ricostruzione usata per la TC, ma un algoritmo automatico è risultato più coerente in diverse ricostruzioni delle TC esaminate rispetto agli specializzandi o ai consulenti di radiologia (Seker et al., 2019). Inoltre, l'accuratezza delle valutazioni ASPECTS effettuate sia dalle persone che dall'IA sembra aumentare quando il tempo trascorso tra l’insorgenza dei sintomi e la TC senza mezzo di contrasto è più lungo, poiché le alterazioni ischemiche precoci diventano più pronunciate (Potreck et al., 2022).
Ictus con tempo di insorgenza sconosciuto
Sapere quanto tempo è trascorso dall’inizio dei sintomi dell’ictus è fondamentale per scegliere il trattamento più appropriato, poiché la trombolisi endovenosa è indicata solo se somministrata entro 4,5 ore dall’insorgenza dei sintomi (Powers et al., 2018). L'insorgenza dell'ictus non è sempre nota, come accade se il pazienta presenta ictus al risveglio. L'ictus al risveglio si verifica nel 14% circa dei pazienti, come riportato in uno studio condotto su una popolazione di pazienti che arrivano al pronto soccorso (Mackey et al., 2011). Sono stati proposti diversi approcci basati sulla diagnostica per immagini per identificare i pazienti all’interno della finestra temporale della trombolisi.
Un approccio ad oggi accuratamente studiato è quello della presenza di una lesione acuta da ictus alla RM con sequenze pesate in diffusione (Diffusion-Weighted Imaging, DWI) e la sua assenza alla risonanza magnetica FLAIR (Fluid Attenuated Inversion Recovery) (Ebinger et al., 2010; Thomalla et al., 2011; Thomalla et al., 2018). Anche l’interpretazione automatizzata delle immagini di DWI e RM FLAIR è diventata un obiettivo degli algoritmi basati sull’IA progettati per assistere i radiologi.
I metodi per la classificazione basata sull'IA dei tempi di insorgenza dell'ictus sono stati: le reti neurali convoluzionali (CNN) (Polson et al., 2022) o una combinazione di diversi algoritmi di apprendimento automatico (Jiang et al., 2022; H. Lee et al., 2020; Zhu et al., 2021). Alcuni studi hanno adottato un approccio basato sulla radiomica, che prevede la segmentazione delle lesioni DWI e FLAIR, l'estrazione da esse di diverse caratteristiche di imaging e quindi l'inserimento di queste caratteristiche in diversi algoritmi di classificazione (Jiang et al., 2022; H. Lee et al., 2020; Zhu et al., 2021).
In diversi studi, la classificazione basata sull’IA dei tempi di insorgenza dell’ictus ha prodotto sensibilità più elevate ma specificità inferiori rispetto alla valutazione visiva da parte dei radiologi (H. Lee et al., 2020; Polson et al., 2022). Sono state riportate sensibilità comprese tra il 73 e l'86% e specificità comprese tra il 68 e l'85% (Jiang et al., 2022; H. Lee et al., 2020; Polson et al., 2022; Zhu et al., 2021). Uno studio che ha utilizzato un approccio radiomico basato solo sulle immagini di DWI e pesate in T1 combinate con un algoritmo di deep learning ha rilevato una sensibilità del 95% e una specificità del 50% nell’identificare i pazienti all'interno della finestra temporale per la trombolisi (Y.-Q. Zhang et al., 2022).
Trauma cranico
Il trauma cranico (Traumatic Brain Injury, TBI) acuto è un trauma fisico improvviso che danneggia il cervello. Le sue manifestazioni comprendono l’ICH, il danno assonale diffuso e le fratture del cranio e del viso. Inoltre, con le tecniche di imaging è possibile rilevare le conseguenze di alcune di queste manifestazioni, come lo spostamento della linea mediana e l’ernia cerebrale, che, se gravi, possono richiedere interventi di emergenza (Schweitzer et al., 2019).
Sebbene le fratture composte del cranio senza ICH associata vengano trattate in modo conservativo (Skull Fractures, senza data), pochi studi hanno esaminato il loro rilevamento mediante tecniche basate sull'IA. Recentemente, però, sono stati compiuti alcuni tentativi di classificare le fratture del cranio rilevate mediante TC dell'encefalo senza mezzo di contrasto.
Un algoritmo basato su un approccio di apprendimento multietichetta e addestrato con 174 TC senza mezzo di contrasto (103 con fratture) ha mostrato una precisione del 98% e una specificità del 92% per il rilevamento delle fratture craniche (Emon et al., 2022). La precisione e la specificità più basse riguardavano le fratture depresse, mentre la precisione e la specificità più elevate riguardavano le fratture lineari e le fratture del viso. Un'applicazione basata sul deep learning volta a rilevare reperti critici in TC dell’encefalo senza mezzo di contrasto ha mostrato una sensibilità dell'81,2-87,2% e una specificità del 77,5-86,1% (a seconda del set di dati dell’esame) nel rilevare le fratture craniche (Chilamkurthy et al., 2018). Nello stesso studio, lo spostamento della linea mediana e l'effetto massa, entrambi conseguenze comuni dell'ICH correlata al trauma, sono stati identificati rispettivamente con una sensibilità dell'87,5-90,1% e del 70,9-81,2% e con una specificità dell'83,7-89,4% e del 61,6-73,4% (a seconda del set di dati dell’esame). Un algoritmo che combinava l'estrazione delle caratteristiche morfologiche del cranio con le CNN e che era stato addestrato con 25 TC senza mezzo di contrasto e testato su 10 TC dell'encefalo senza mezzo di contrasto di pazienti con trauma cranico ha mostrato una precisione media del 60% nel rilevare le fratture craniche (Z. Kuang et al., 2020). Un altro algoritmo di deep learning ha mostrato una sensibilità del 91,4% e una specificità dell’87,5% nell’identificare le fratture craniche in una serie di 150 TC dell’encefalo effettuate post-mortem (Heimer et al., 2018).
Patologie neurodegenerative
Molte malattie neurologiche possono essere descritte come neurodegenerative, ma il termine è solitamente usato per riferirsi alle malattie neurologiche croniche associate alla perdita graduale di tessuto cerebrale e che generalmente causano demenza e/o disfunzione motoria (Lamptey et al., 2022). Più di un quinto degli algoritmi basati sull’IA con marchio CE o approvati dalla FDA in neuroradiologia sono rivolti a pazienti affetti da demenza (IA for Radiology, senza data). La maggior parte di questi calcola automaticamente i volumi cerebrali regionali, misura lo spessore corticale e quantifica le lesioni della sostanza bianca causate dalla malattia dei piccoli vasi cerebrali (IA per Radiologia, senza data).
Molti algoritmi basati sull'IA specifici per la malattia sono stati sviluppati per rilevare la malattia di Alzheimer, che è patologicamente caratterizzata da placche extracellulari composte da β-amiloide e grovigli neurofibrillari intracellulari di proteina tau e porta a una progressiva compromissione cognitiva amnesica e non amnesica (Knopman et al., 2021). Alcuni di questi algoritmi sono in grado di distinguere tra soggetti con malattia di Alzheimer e soggetti con stato cognitivo normale mediante RM, con sensibilità comprese tra il 78% e il 99,1% e specificità comprese tra il 70% e il 92,68% (Battineni et al., 2022). Un approccio basato su macchine a vettori di supporto non lineari è stato in grado di differenziare tra malattia di Alzheimer e altre sindromi di demenza, come la degenerazione lobare frontotemporale, con una precisione dell'84% (Davatzikos et al., 2008).
Si è anche cercato di prevedere il passaggio dalla fase prodromica della malattia di Alzheimer all’Alzheimer conclamato, poiché si ritiene che nella prima fase gli interventi terapeutici possano essere particolarmente efficaci (Crous-Bou et al., 2017).
Nella compromissione cognitiva lieve (Mild Cognitive Impairment, MCI) il soggetto presenta deficit cognitivi più gravi di quelli che sarebbero previsti per la sua età, ma che non interferiscono ancora in modo significativo con le attività quotidiane (Petersen, 2016). Sono stati utilizzati diversi approcci basati sull’IA per prevedere il passaggio dalla MCI alla malattia di Alzheimer con una precisione del 66-92% (Amoroso et al., 2018; Bron et al., 2015; Lebedev et al., 2014; G. Lee et al., 2019; Lu et al., 2018; Moradi et al., 2015; Ocasio & Duong, 2021; Salvatore et al., 2015; Spasov et al., 2019).
La diagnosi precoce è considerata importante anche per il trattamento efficace della malattia di Parkinson (Pagan, 2012), un'altra malattia neurodegenerativa comune, caratterizzata patologicamente dalla degenerazione dei neuroni dopaminergici nella sostanza grigia. Quando compaiono i sintomi motori che suggeriscono una diagnosi clinica di malattia di Parkinson, si stima che oltre il 60% dei neuroni dopaminergici del cervello siano già andati perduti (GBD 2016 Parkinson's Disease Collaborators, 2018). Sono stati sviluppati diversi approcci di apprendimento automatico per distinguere tra malattia di Parkinson e controlli sani sulla base delle caratteristiche morfologiche rilevate alla RM strutturale (Adeli et al., 2016; Chakraborty et al., 2020; Peng et al., 2017), alla RM funzionale (Long et al., 2012; Pläschke et al., 2017; Tang et al., 2017), alla tomografia a emissione di positroni (PET) (Piccardo et al., 2021) e alla tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli (SPECT) (Choi et al. , 2017; Hirschauer et al., 2015; Ozsahin et al., 2020), spesso in associazione con punteggi clinici.
Poiché i sintomi motori della malattia di Parkinson sono simili a quelli di altre patologie neurologiche, le caratteristiche cliniche da sole spesso non sono sufficienti per diagnosticare con certezza questa patologia (Rizzo et al., 2016). Distinguere la malattia di Parkinson idiopatica dalle sindromi parkinsoniane atipiche come l'atrofia multisistemica e la paralisi sopranucleare progressiva sulla base delle caratteristiche cliniche è dunque particolarmente difficile (Rizzo et al., 2016). Sfruttando il potenziale del neuroimaging per contribuire a fare questa distinzione, uno studio iniziale ha utilizzato l'apprendimento automatico basato sul metodo dei vettori di supporto per classificare la malattia di Parkinson idiopatica e altre cause di parkinsonismo utilizzando l'imaging con tensore di diffusione, con una sensibilità del 94% e una specificità del 100% (Haller et al., 2012). Vari altri studi hanno mostrato un’elevata accuratezza nel distinguere tra malattia di Parkinson idiopatica e parkinsonismo atipico mediante RM strutturale (Duchesne et al., 2009; Focke et al., 2011; Huppertz et al., 2016; Marquand et al., 2013; Salvatore et al., 2014), imaging pesato in suscettività magnetica (Susceptibility Weighted Imaging, SWI) (Haller et al., 2013) e una combinazione di imaging con tensore di diffusione e RM strutturale (Cherubini et al., 2014).
Sono stati condotti studi anche utilizzando modelli di apprendimento automatico per orientare i medici nella scelta del trattamento della malattia di Parkinson. Uno studio condotto su 67 pazienti con malattia di Parkinson ha scoperto che le caratteristiche estratte dalla RM funzionale possono classificare parametri ottimali e subottimali per la stimolazione cerebrale profonda, con una precisione dell'88% (Boutet et al., 2021). Questo potrebbe aiutare a ottimizzare il processo, attualmente lungo, costoso e ingombrante, degli esami clinici approfonditi necessari per ottimizzare i parametri per la stimolazione cerebrale profonda nei pazienti con malattia di Parkinson.
Sclerosi multipla
La sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune comune del sistema nervoso centrale, caratterizzata patologicamente da demielinizzazione infiammatoria e che porta a un’ampia gamma di manifestazioni neurologiche (McGinley et al., 2021). La RM svolge un ruolo importante nella diagnosi e nella gestione della SM ed è la tecnica di imaging preferita per quantificare e classificare le lesioni da SM nel cervello e nel midollo spinale (Matthews et al., 2016). Le caratteristiche dell'imaging sono una parte essenziale dei criteri diagnostici per la SM (Thompson et al., 2018), e le linee guida raccomandano l’uso della RM per monitorare i pazienti e orientare il trattamento (Wattjes et al., 2015). Vari algoritmi basati sull’IA hanno ricevuto l’autorizzazione della FDA e la certificazione CE per la quantificazione dell’atrofia cerebrale e la segmentazione automatizzata delle lesioni nella SM (Cavedo et al., 2022; Qubiotech Neurocloud Vol, 2021; Zaki et al., 2022).
Nella SM, molti algoritmi basati sull’IA si concentrano sull’estrazione automatizzata delle caratteristiche dell’imaging (Afzal et al., 2022; Bonacchi et al., 2022; Eichinger et al., 2020; Moazami et al., 2021). La valutazione visiva della presenza di lesioni da SM e della loro progressione nel tempo è una parte importante della diagnosi e del monitoraggio di questa malattia, ma richiede tempo ed è difficile (Danelakis et al., 2018). Sono stati quindi sviluppati diversi approcci tradizionali di apprendimento automatico (Brosch et al., 2016; Goldberg-Zimring et al., 1998; Karimian & Jafari, 2015; Samarasekera et al., 1997; Schmidt et al., 2012; S. Zhang et al., 2018) e deep learning (Birenbaum & Greenspan, 2017; Deshpande et al., 2015; Roy et al., 2018; Valverde et al., 2017, 2019) per la segmentazione automatica delle lesioni da SM. Circa il 30% di questi studi ha utilizzato le CNN e il 40% ha utilizzato approcci di apprendimento automatico basato sul metodo dei vettori di supporto (Afzal et al., 2022).
Gli approcci di deep learning hanno prodotto indici di similarità (una misura di sovrapposizione spaziale che va da 0 a 1) compresi tra 0,52 e 0,67 rispetto alle segmentazioni manuali delle lesioni (Afzal et al., 2022). Sono stati studiati (Dolz et al., 2018; Kushibar et al., 2018; Wachinger et al., 2018) anche diversi approcci basati sull’IA per la quantificazione automatica dell’atrofia cerebrale, che costituisce un altro predittore dell’evoluzione della SM mediante imaging (Andravizou et al., 2019).
Sono stati sfruttati algoritmi basati sull’IA anche per identificare anomalie alla RM che non erano chiaramente visibili a occhio nudo e non erano incluse negli attuali criteri diagnostici per la SM, come le anomalie delle vene cerebrali e i depositi di ferro rilevati mediante SWI (Lopatina et al., 2020) e le anomalie in aree apparentemente normali della sostanza bianca e grigia in sequenze di RM sia convenzionali (Eitel et al., 2019) sia avanzate (Neeb & Schenk, 2019; Saccà et al., 2019; Yoo et al., 2018; Zurita et al., 2018).
Prima di diagnosticare una sclerosi multipla occorre escludere le malattie che hanno una presentazione clinica simile, ma a volte questo compito è difficile (Wildner et al., 2020). Utilizzando le caratteristiche estratte dalla RM, gli algoritmi Random Forest e le CNN si sono dimostrati accurati nel distinguere tra SM e disturbi dello spettro della neuromielite ottica (Eshaghi et al., 2016; Rocca et al., 2021), disturbi non infiammatori della sostanza bianca (Mangeat et al., 2020; Theocharakis et al., 2009), emicrania (Rocca et al., 2021), vasculite del sistema nervoso centrale (Rocca et al., 2021) e tumori cerebrali (Ekşi et al., 2021).
La SM si suddivide in diversi fenotipi clinici che hanno prognosi e strategie di trattamento ottimali diverse (Lublin et al., 2014). Con la RM con tensore di diffusione (Kocevar et al., 2016; Marzullo et al., 2019), la spettroscopia a risonanza magnetica (EkŞİ et al., 2020; Ion-Mărgineanu et al., 2017) e le misure dell’atrofia basate su RM (Bonacchi et al. al., 2020), vari studi hanno studiato le potenzialità degli approcci basati sull’IA progettati per distinguere tra i diversi fenotipi clinici della SM.
Il trattamento della SM viene personalizzato sulla base di marcatori prognostici clinici, demografici, di laboratorio e di imaging (Rotstein & Montalban, 2019). Sono stati valutati vari algoritmi basati sull’IA per vedere se fossero capaci di prevedere il passaggio dal primo episodio clinico indicativo di malattia infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale, la cosiddetta "sindrome clinicamente isolata", alla SM conclamata utilizzando le caratteristiche della RM, con una sensibilità del 64-77% e una specificità del 66-78% (Bendfeldt et al., 2019; Wottschel et al., 2015, 2019). Sono stati inoltre progettati algoritmi basati sull’IA che associano i dati clinici e della RM per prevedere il decorso della malattia e la disabilità clinica (Filippi et al., 2013; Roca et al., 2020; Tommasin et al., 2021; Zhao et al., 2017, 2020). Utilizzando macchine a vettori di supporto e alberi estremamente randomizzati, uno studio ha scoperto che una “impronta digitale” di imaging ad alta dimensionalità derivata da immagini pesate in T1 e FLAIR ha previsto meglio la risposta al trattamento nella SM rispetto alle misure della risposta al trattamento derivate dalla RM convenzionale, come il volume cerebrale e il numero e il volume delle lesioni (AUC 0,89 vs. 0,69) (Kanber et al., 2019).
Inoltre, gli algoritmi basati sull’IA hanno dimostrato di poter molto probabilmente essere d’aiuto nei protocolli di RM utilizzati nella SM, ad esempio nell’estrazione di informazioni da sequenze di RM convenzionali e nella generazione di sequenze sintetiche da immagini acquisite, ad esempio immagini contrastografiche da RM senza mezzo di contrasto (Bonacchi et al., 2022).
Neuro-oncologia
I tumori cerebrali comprendono sia i tumori primari del cervello (che possono essere benigni o maligni) sia i tumori metastatici presenti in altre parti del corpo. Distinguere tra tumori cerebrali e altre patologie mediante esami di imaging è importante per evitare biopsie non necessarie ed orientare la gestione (Abd-Ellah et al., 2019). Estraendo le caratteristiche da risonanze magnetiche pesate in T1 e in T2, un classificatore basato sulla regressione ha raggiunto AUC fino a 0,99 per distinguere tra gliomi senza aumento di segnale di contrasto e lesioni cerebrali infiammatorie (Y. Han et al., 2021). Sono stati progettati anche approcci basati sull’IA volti a prevedere i gradi istopatologici del glioma mediante RM, ottenendo un'accuratezza media dell'89% ± 0,09%, come è stato riportato in una revisione sistematica della letteratura (Bahar et al., 2022). Inoltre, un classificatore Random Forest che ha utilizzato le caratteristiche della RM multiparametrica ha ottenuto risultati migliori rispetto a due radiologi esperti nell’identificare il tumore primario in caso di metastasi cerebrale (Kniep et al., 2019).
Uno degli utilizzi più promettenti dell’IA nell’imaging neuro-oncologico sembra essere l’impiego nella RM per identificare le mutazioni genetiche dei tumori. Questo campo, chiamato radiogenomica, è molto importante perché tumori istopatologicamente simili ma con mutazioni diverse rispondono in modo diverso a specifiche strategie di trattamento (Singh et al., 2021). Nella radiogenomica si estraggono caratteristiche da più sequenze di RM (anatomiche e pesate in diffusione e perfusione) per poi utilizzarle per prevedere le alterazioni genomiche nel tumore. Sono stati studiati diversi approcci basati su alberi decisionali e algoritmi Random Forest per prevedere sia singole mutazioni genetiche sia insiemi più complessi di alterazioni genomiche nei tumori cerebrali (Akkus et al., 2017; P. Chang et al., 2018; L. Han & Kamdar, 2018; Hu et al., 2017; Kickingereder et al., 2016; Park et al., 2020). L’imaging svolge un ruolo importante anche nella valutazione della risposta del tumore cerebrale a trattamenti come la radioterapia, l’immunoterapia, la chemioterapia e l’intervento chirurgico, ma ciò richiede notevoli competenze, soprattutto perché le caratteristiche all’imaging della risposta e della recidiva sono simili a quelle di altre modifiche correlate al trattamento come la pseudoprogressione, che consiste in un aumento transitorio nell’impregnazione del mezzo di contrasto e/o dell’edema peritumorale che si verifica in seguito a radio e chemioterapia (Raimbault et al., 2014; Thint et al., 2018).
Nel glioblastoma, il tumore cerebrale primario maligno più comune negli adulti, la valutazione della risposta al trattamento prevede la misurazione manuale del volume di tessuto tumorale che assorbe il mezzo di contrasto (Leao et al., 2020). Utilizzando l’apprendimento automatico basato sul metodo dei vettori di supporto, algoritmi Random Forest e CNN (Havaei et al., 2017; Kickingereder et al., 2019; Menze et al., 2015) si è ottenuta una segmentazione automatizzata accurata del tessuto tumorale cerebrale con alcune applicazioni con certificazione CE disponibili (BioMind, senza data). Una meta-analisi ha rilevato che il deep learning supera gli approcci tradizionali di machine learning nella segmentazione del tumore (Kouli et al., 2022). In un ampio studio multicentrico su dati clinici, la volumetria automatizzata del tumore effettuata utilizzando CNN ha mostrato una probabile superiorità rispetto alla volumetria manuale nel calcolo del tempo alla progressione della malattia (Kickingereder et al., 2019).
Anche alcuni approcci di classificazione basata sulla regressione e con CNN hanno avuto dei discreti risultati nel distinguere tra pseudoprogressione e progressione effettiva dei tumori cerebrali alla RM (Jang et al., 2018, 2020; J. Y. Kim et al., 2019).
Le CNN si sono mostrate promettenti anche per la differenziazione tra necrosi da radiazioni e progressione del tumore, raggiungendo una sensibilità del 99,4% e una specificità del 97,5% (Q. Zhang et al., 2019). I margini dei tumori cerebrali e l’infiltrazione del tessuto circostante possono essere molto difficili da distinguere dall’edema peritumorale. I classificatori basati sulla regressione, i classificatori di apprendimento automatico basato sul metodo dei vettori di supporto e le CNN hanno prodotto mappe accurate dell'infiltrazione peritumorale che potrebbero rivelarsi utili per la programmazione dell’intervento chirurgico (Akbari et al., 2016; P. D. Chang, Chow, et al., 2017; P. D. Chang, Malone, et al., 2017).
Si è visto un certo interesse per gli approcci basati sull’IA volti a migliorare la RM e assistere i radiologi nella diagnosi dei tumori cerebrali. Alcuni obiettivi di questi approcci basati sull’IA sono stati gli algoritmi di ricostruzione delle immagini basati sulle CNN, che migliorano la risoluzione spaziale e riducono il rumore, consentendo di vedere strutture anatomiche più piccole e i componenti tumorali. Tali approcci hanno mostrato risultati nel rilevamento di microadenomi ipofisari, nell’identificazione di tumori residui o recidivanti dopo il trattamento e nella caratterizzazione dell’invasione tumorale (M. Kim et al., 2021; D. H. Lee et al., 2021). Inoltre, le immagini contrastografiche sintetizzate da immagini senza contrasto utilizzando reti generative avversarie (Generative Adversarial Networks, GAN) si sono rivelate utili per valutare la risposta al trattamento del glioblastoma e possono aiutare a ridurre l’uso di mezzi di contrasto nella RM (Jayachandran Preetha et al., 2021).
Conclusione
Nell’arco di circa un decennio, la ricerca sulle applicazioni di IA in neuroradiologia ha fatto notevoli progressi. L’IA è stata particolarmente utile nel supportare la diagnosi di patologie come l’ictus e l’emorragia intracranica, in cui il rilevamento tempestivo è fondamentale. Vi sono inoltre evidenze crescenti del fatto che l’IA possa essere utilizzata per monitorare la progressione delle malattie neurologiche, prevederne gli esiti e, in definitiva, consentire strategie di trattamento più personalizzate ed efficaci. In futuro si auspica dunque che la ricerca sugli algoritmi basati sull’IA integri anche il rapporto costo-efficacia di queste applicazioni e misuri l’effetto della loro implementazione sugli esiti complessivi dei pazienti. Inoltre, per incoraggiare l’uso di queste applicazioni occorrerebbe che fossero supportate da un numero maggiore di dati pubblicati sulle loro prestazioni. Nel complesso, l’uso dell’IA in neuroradiologia è molto promettente e potrebbe migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria dei pazienti.
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